Prima di licenziarvi o ridurre il grado di occupazione parlatene col vostro datore di lavoro e vagliate eventuali alternative.
Non è facile assistere e curare un proprio caro, avere una famiglia e allo stesso tempo anche lavorare. Molti familiari curanti riducono il loro grado di occupazione o abbandonano addirittura il lavoro proprio per questo motivo. Un tale passo ha però profonde conseguenze.
Prima di disdire un contratto di lavoro o ridurre il grado di occupazione pensate bene se non vi sono delle alternative. Parlatene anche con il vostro datore di lavoro, con il reparto del personale o il servizio di assistenza sociale della vostra azienda, informateli della vostra situazione. Molte imprese offrono delle possibilità per meglio conciliare l’attività lavorativa con l’assistenza e la cura di un proprio caro, per esempio orari di lavoro flessibili, home office, riduzione temporanea del grado di occupazione, ecc. Se il vostro datore di lavoro conosce le vostre circostanze specifiche, potrà proporvi eventualmente anche altre soluzioni.
La riduzione o l’abbandono dell’attività lavorativa avrà un forte impatto sulla vostra futura pensione perché riduce la rendita che un giorno riceverete dall’AVS e dalla cassa pensioni. Un tale passo deve essere quindi ponderato bene. Chiedete sia alla vostra cassa di compensazione cantonale sia al vostro istituto di previdenza quali perdite dovete aspettarvi sulle rendite del primo e del secondo pilastro. Informatevi se è possibile compensare le lacune di contribuzione per la rendita AVS. Se voi e la persona assistita soddisfate determinati criteri, avrete diritto come familiare curante agli accrediti AVS per compiti assistenziali. Gli accrediti devono essere richiesti ogni anno alla cassa di compensazione cantonale.
Numerosi familiari curanti assumono il compito assistenziale senza concordare un compenso finanziario per il loro impegno. Questa situazione è insoddisfacente per entrambe le parti. Se dovete infatti ridurre il vostro grado di occupazione per prendervi cura di un vostro caro, subirete una perdita di guadagno che potrete in parte compensare con una remunerazione per l’assistenza e la cura. Anche la persona da voi assistita apprezzerà un tale accordo perché potrà fornirvi una controprestazione. Per disciplinare l’indennità si consiglia di stipulare un contratto di cure e assistenza.
durata del contratto e termini di disdetta
disdetta del contratto (p. es. in caso di decesso, ricovero in una casa di cura o per motivi personali)
accordo sulle vacanze
indennità e tipo di pagamento
diritti d’uso se abitate sotto lo stesso tetto
descrizione delle prestazioni di assistenza e cura
procure
Pro Senectute Svizzera mette gratuitamente a disposizione sul suo sito un modello di contratto di cure e assistenza, un foglio di rilevamento e raccomandazioni in materia.
Centro d’informazione AVS/AI
Informazioni sull’AVS e l’AI
Pro Senectute Svizzera
Contratto di cure e assistenza
Foglio di rilevamento per il contratto di cure e assistenza
Consigli e raccomandazioni per il contratto di cure e assistenza
Travail.suisse
Informazioni e consigli pratici su come conciliare lavoro e cura
A gennaio 2021 è entrata in vigore la nuova legge federale concernente il miglioramento della conciliabilità tra attività lucrativa e assistenza ai familiari. A questa legge sono collegate alcune importanti novità: in questa sede faremo riferimento a due di esse, di particolare rilievo per i familiari curanti.
È stato introdotto un congedo pagato per l’assistenza a familiari o partner malati o infortunati. Il congedo è di massimo tre giorni per volta e di non più di dieci giorni all’anno.
Il 1° luglio 2021 sarà inoltre introdotto un congedo di 14 settimane per l’assistenza di un figlio gravemente malato o infortunato che sarà finanziato mediante le indennità di perdita di guadagno.
Viene ampliato il diritto agli accrediti per compiti assistenziali dell’AVS, così da permettere a un maggior numero di persone bisognose di cure di continuare a vivere autonomamente a casa propria. Con il nuovo regolamento i familiari curanti ricevono questi accrediti anche se la persona che assistono riceve un assegno per grandi invalidi di grado lieve. Vi hanno diritto anche i conviventi a condizione che la coppia viva in comunione domestica da almeno cinque anni.
Ufficio federale delle assicurazioni sociali
Comunicato del 7 ottobre 2020